domenica 21 ottobre 2007

Guille, creativo e regista

E’ nato a Leon (Spagna) il 14 Agosto del 1982. Arriva in Italia che è ancora piccolissimo e si trasferisce in pianta stabile a Santhià. Frequenta il liceo scientifico di Vercelli e lì conosce Fabio Ghidoni, Luigi Acerra ed Edoardo Bellone. Finito il liceo si iscrive al DAMS di Torino ai corsi di Cinema ed incontra Davide Rosso. Tra i due nasce subito una profonda amicizia, ma non è quell’incontro a convincere Guillermo ad iniziare a lavorare col video. Nell’inverno del 2001 c’è stata la proiezione pubblica de “L’azzurro del Cielo”, uno degli ultimi e più ambiziosi lavori di casa Catalani e Guillermo è uno degli spettatori. La visione è una vera folgorazione: dei ragazzi poco più grandi di lui hanno girato un vero e proprio film, fregandosene della distribuzione e della censura. Per la prima volta intuisce le possibilità offerte da una semplice videocamera e di pochi altri mezzi. Durante l’estate inizia a pensare insistentemente ad un film suo, da girare in video a bassa qualità ed inizia a sondare tutti gli amici e conoscenti della sua età. Il progetto (da un soggettino scritto a mano su un quaderno di scuola) prende il nome di “Il giorno del Marsupiale”. Da solo (diversamente da quanto avveniva con la Catalani, dove ad occuparsi della realizzazione di un film erano sempre tre o quattro persone) organizza gente e raccoglie attrezzature (con l’aiuto di un giovanissimo Andrea Pezzoli che si rivelerà essere un ottimo montatore ed operatore); l’incontro con Davide Rosso costituisce una spinta ulteriore. Guillermo si sente quasi di dover raccogliere l’eredità Catalani e coinvolge il neo-amico come attore. Le riprese durano parecchi mesi e così il montaggio, ma nella primavera del 2002, il film è pronto per essere proiettato nello stesso cinema dell”Azzurro del Cielo”. E’ una delle proiezioni di maggior successo nella storia del video vercellese: un mucchio di gente rimane letteralmente in piedi e non trova posto nella sala. Il successo cittadino del film (un lungometraggio, con una trentina di attori, varie locations, effetti visivi ed editing al computer) spingono Guillermo a ripetere l’operazione ed a mettere subito in piedi un altro film di cui scrive la sceneggiatura completa (“Exorcist Superstar”) ma che verrà abbandonato dopo una sola giornata di riprese. Guillermo, in questo periodo, è un vero fiume in piena. Senza scrivere nemmeno un soggetto, inizia a girare (improvvisando tutto sul momento) un altro lungometraggio: “Zagor the nay e le mirabolanti avventure di Baldanbembo il frikkettone, tuttocolor”. Il film arriverà all’epica durata di un’ora e quaranta minuti e sarà un vero delirio visivo, capace di superare le follie surreali del “Marsupiale”. Anche questo film, però, non verrà mai proiettato. Ma il vulcanico regista spagnolo non demorde e gira un breve cortometraggio intitolato “Der Kulattones”. E’ con questo lavoro, apparentemente un gioco, una presa in giro fin dal titolo, che Guillermo metterà a fuoco il suo stile, ma soprattutto scoprirà il fulcro della sua poetica: il cinema muto, il cinema delle origini. Disinteressato a qualunque riscontro commerciale del suo lavoro, completamente autarchico, Guillermo trova nel cinema senza sonoro lo sbocco naturale delle sue ossessioni: immagini fortemente contrastate, traballanti, intervallate dai classici cartelloni con le parole e le scritte; i film di questo periodo si caratterizzano per il desiderio di uscire dagli schemi del cinema narrativo classico e recuperare una sorta di stupore delle origini, lontanissimo dai correnti prodotti televisivi. Subito dopo gira un altro muto “El Gusano”, nel quale rilegge con leggerezza e precisione le regole del western americano. A stretto giro di posta arriva “Fantomas”, forse l’opera più completa e riuscita del videomakers spagnolo. Con “Fantomas” la mimesi del cinema muto raggiunge la perfezione. Guillermo ripropone con sapienza le tecniche delle prime comiche (i primi rulli) di Mark Sennett ed Harold Loyd, mettendo in scena una sarabanda ritmatissima di scene divertenti e d’azione ispirate al famoso personaggio del feuilleton francese d’inizio secolo. Nel film troveranno spazio tutti gli attori/amici feticcio di Guillermo: ancora Davide Rosso, Luigi Acerra, Fabio Ghidoni, Francesca Radaelli ed al montaggio il fidato Andrea Pezzoli. Dopo questi lavori, Guillermo unirà la sua Nueva Ola (omaggio all’amatissima Nouvelle Vague francese) con la Mariposa. Dal loro sodalizio nascerà “Week-End”, un film lontano dalle tematiche ludiche e senza tempo dello spagnolo e più vicino alle esigenze espressive di Camillo. L’esperienza è comunque positiva e la proiezione ottiene la solita buona visibilità. Tempo qualche mese, Guillermo scrive una sceneggiatura per un film mai realizzato, “Commedia Leggera” (insieme a Davide Reina) e mette in cantiere un secondo episodio della serie “Fantomas”, intitolato “Fantomas contro Zora la Vampira” (anche questo lavoro rimarrà non montato ed inedito).

Nel 2004, in casa Ola y Mariposa c’è un vento di rinnovamento e Guillermo ne approfitta per spaziare in territori per lui nuovi. Assieme all’amico Reina ed a un compagno di Università, Jacopo Maria Mandelli, crea il gruppo di lavoro Fantomarx, collettivo destinato alla realizzazione esclusiva di cortometraggi/videoclip non strettamente narrativi. Influenzato dalle lezioni torinesi di Alessandro Amaducci (noto videoartista piemontese), Guillermo gira a raffica una serie di corti che lo allontanano dalle tematiche giocose e citazionistiche degli esordi (“Marsupiale”, “El Gusano” ecc..). “Il Pianeta Irritabile”, “Balzola”, “Illumination”, “L’astensionista” sono solo alcuni titoli dei dieci lavori completati nel giro di pochi mesi. E’ proprio con alcuni di questi corti che Edoardo Bellone entra a far parte in pianta stabile dell’organico Ola y Mariposa.

Dopo una breve pausa, Guillermo torna al lavoro con la co-regia de le “Andate”, primo progetto presentato al gruppo da Edoardo Bellone, che qui, cerca di ritagliarsi un posto anche da regista e sceneggiatore e non più solo montatore.

Ad aiutarli nel progetto ancora Jacopo Mandelli, in qualità di organizzatore ed aiuto regista. Il film parte abbastanza bene (e coinvolge un po’ di facce nuove come Francesca Coggiola e Lucia Bichisao, sorella dell’”angelo” Silvia Bichisao), ma dopo poche settimane preferisce seguire altri progetti, lasciando il montaggio e la post-produzione nelle mani del duo Bellone/Mandelli.

Nell'estate del 2005, Guillermo decide di rimettere in piedi il collettivo Fantomarx e gira un altro pugno di cortometraggi in completa autonomia. Con l’aiuto pratico e creativo di Fabio e Kristofer Ghidoni, realizza alcuni dei suoi lavori più belli di sempre (degni del suo primo Fantomas); si tratta ancora di omaggi al vecchio cinema muto, ma con un’attenzione ed anche (diciamolo) una maturità prima sconosciuta. “The Davemport Numbers” è senz’altro il film migliore del lotto. Interpretato dallo stesso Gonzales e da Giancarlo Scarimbolo, il cortometraggio è un sentito atto d’amore nei confronti degli spettacolini di magia d’inizio secolo e vede proprio per protagonisti due scalcinati prestigiatori. La musica dei Kraftwerk e la fotografia satura di colori dei Ghidoni brothers lo rendono un lavoro sospeso e poetico che lo soddisfa totalmente.

Negli ultimi tempi, il nostro, ha iniziato una nuova strada all’interno dell’industria cinematografica ed ha ricominciato da capo. Dopo aver lavorato come attrezzista sul set del film di Louis Nero “La rabbia”, è attualmente impegnato come assistente alla fotografia nella realizzazioni di alcuni videoclip musicale e fictions per la televisione.

In attesa di sue nuove produzioni indipendenti, non ci resta che fargli un grande in bocca al lupo!